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L'Autore



 

Riccardo Magnani nasce a Lecco il 25 gennaio 1963.

Laureato in Economia e Commercio, da alcuni anni si dedica con profitto allo studio di Leonardo da Vinci e del Rinascimento più in generale.
É autore di diverse pubblicazioni e tiene conferenze in Italia e all'estero.

La creazione di questo sito è dedicata all'esclusiva pubblicazione della sua più recente scoperta, ovvero la Ciudad Perdida, sita nel cuore dell'Amazzonia peruviana.
É il leggendario regno del Paititi, l'El Dorado inseguito dai Conquistadores  spagnoli ma, fino ad oggi, rimasto avvolto nel mistero, in quanto mai realmente individuato prima da nessun ricercatore al mondo.

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paititi2013@gmail.com

 

​Paititi-El Dorado-Akakor:

il mito diviene realtà

​                      

                       Attraverso l’approfondimento di un particolare asterismo e seguendo le indicazioni date nelle sue opere da Leonardo da Vinci, suo principale oggetto di studio, Riccardo Magnani ha portato alla luce i resti della più leggendaria delle città: la mitica El Dorado, su cui tanto si è favoleggiato da spingere molti dei primi esploratori a inoltrarsi nel Nuovo Mondo.

Nascosti nella intricata selva amazzonica, al confine tra Perù, Brasile e Bolivia, i resti individuati dal ricercatore lecchese non danno adito a alcun dubbio, dando conferma a tutte le mezze verità che ogni leggenda porta con sé; la città megalitica, riemersa seguendo la logica dell’astronomia replicata in terra dagli antichi abitanti della terra, infatti, incarna perfettamente i dettami leggendari di tre miti tra loro corrispondenti: Il regno del Paititi per i nativi andini, l’El Dorado ricercato dai Conquistadores spagnoli e Akakor, la città sotterranea narrata dal giornalista freelance Karl Brugger, misteriosamente assassinato negli anni ’80.

 

​Il sensazionale ritrovamento porta alla luce i resti cerimoniali di una vera e propria città, secondo quelle caratteristiche che erano nella logica urbanistica di un tempo, come si evince chiaramente anche dalle immagini riportate. Si possono riconoscere distintamente un piazzale cerimoniale principale, un tempio dedicato al culto del sole, alcuni piazzali minori, tre distinte formazioni piramidali a gradoni e molto altro ancora.

Ognuna di queste opere è caratterizzata da dimensioni decisamente extra-large, fatto questo che fa pensare a una antichissima civiltà megalitica pre-incaica, con ogni probabilità coeva a Nazca e Tiwanaku.

Questo sensazionale ritrovamento, purtroppo, porta con sé non poche spinose problematiche, le quali hanno definitivamente convinto lo studioso italiano ad accelerare la comunicazione della sua preziosa scoperta attraverso la creazione di questo sito. 

La città ritrovata, infatti, si trova all’interno di una riserva in cui gli indigeni della comunità Nahua-Nanti sono stati confinati; tra questi si contano numerosi gruppi di “incontattati”, individui cioè che non hanno mai avuto alcun genere di contatto con la civiltà.

La stessa zona è però stata fatta oggetto, da qualche anno a questa parte, dell'attività mineraria legata all'estrazione di gas naturale, e questo nonostante una sentenza emessa nel 2003 dalla Corte Suprema, che ha stabilito che l'area, facente parte di uno dei 1121 siti eletti a Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, non venisse martoriata oltremodo.
L'attività mineraria, invece, continua a espandersi, rappresentando una grave minaccia sia per uno dei pochi paradisi incontaminati del nostro pianeta che per le popolazioni dei nativi che sono particolarmente presenti nell'area a cui il ritrovamento annunciato rimanda. Attraverso questa comunicazione, dunque, Riccardo Magnani auspica di poter sollecitare un immediato intervento delle autorità governative peruviane (peraltro prontamente avvisate e invitate a intervenire), dell’Unesco e dell’Onu, nonché l’intervento di fondi pubblici e privati per dare il via a una campagna di tutela del territorio e dei nativi che la abitano rigorosamente ufficiale e intergovernativa, così che si possa che mettere al riparo questo sensazionale ritrovamento da speculazioni individuali di ogni genere e soprattutto si preservino le popolazioni indigene incontattate e questo ultimo lembo di foresta incontaminata, prezioso polmone del nostro intero pianeta.

 


                                                                                                            Lecco, 24 Febbraio 2013



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